giovedì 23 febbraio 2012

Martin Rønning Ovenstad

Fonte: Generazione di Talenti












nome: MARTIN RØNNING
cognome: OVENSTAD
data di nascita: 18 aprile 1994
luogo di nascita: Lier [Buskerud - NORVEGIA]
ruolo: CENTROCAMPISTA OFFENSIVO
piede preferito: destro
Altezza: 182 cm
Peso: 69 cm
Squadra attuale: STRØMSGODSET IF [Tippeligæn]
Numero di maglia # 18



In questo nostro breve itinerario nei meandri più gelidi del calcio europeo, oggi attraversiamo idealmente le acque dello Skagerrak per lasciarci alle spalle lo Jutland e sbarcare alfine sulla Penisola Scandinava, più precisamente a Gulskogen (Norvegia), un piccolo borgo della città di Drammen, ad una quarantina di chilometri dalla capitale Oslo. Sarà questa nel prossimo biennio la nuova casa di Martin Rønning Ovenstad, talentuoso esterno offensivo di sinistra non ancora maggiorenne, acquistato dallo Strømsgodset nell’inverno 2011 nonostante una nutrita e ben più altisonante concorrenza. Il ragazzo, infatti, era da mesi sul taccuino di società straniere del calibro di Borussia Dortmund, Friburgo e Twente (la prima ad accorgersi del suo potenziale), con Juventus e Tottenham ad abbozzare timidi e poco convinti sondaggi esplorativi, ma a quanto pare le sagge parole del tecnico biancoblu Ronny Deila si sono rivelate decisive per una scelta condivisibile, ossia quella di affermarsi completamente in patria per poi magari raccogliere la sfida professionale di un campionato più ostico in un prossimo futuro, previo consenso del prudente papà Tom Erik; d’altronde, la carta d’identità è tutta dalla sua parte, e non sempre la fretta è sinonimo di successo.



Ad ogni modo, stando alle elucubrazioni dei media beninformati, dietro l’operazione si celerebbe la longa manus del succitato club olandese, lungimirante nel strappare un’opzione sull’avvenire consentendogli intanto di completare il proprio excursus formativo nel suo habitat naturale, piuttosto che forzarlo ad adattarsi in una realtà completamente diversa, forse memore della breve esperienza nei Paesi Bassi del coetaneo Jens Marius Kolseth, presunta “next big thing” dell’Academy di Enschede snidata nel 2010 dall’ovile del Vålerenga IF grazie alla segnalazione dell’osservatore Hallvar Thoresen (prolifico trequartista di Twente e PSV Eindhoven tra il 1976 ed il 1988; i cinefili lo ricorderanno nel cast di “calciAttori” per il film Fuga Per La Vittoria nel ruolo di Gunnar Hilsson, intento a sfidare i nazisti al fianco di Pelé, Bobby Moore, Osvaldo Ardiles, Paul Van Himst e... Sylvester Stallone) e frenata dalla nostalgia e dalle barriere linguistiche, con tanto di recente ritorno in patria per riannodare i fili della carriera allo Stabæk. Staremo a vedere…

Martin è infatti abituato ad esprimersi in un contesto familiare, dal momento che le tappe del suo acerbo tragitto ruotano tutte attorno alla natia contea meridionale di Buskerud: mossi i primi passi nel Liungen IF, espressione polisportiva della pittoresca cittadina di Lier, sulla coda del 2009 si trasferisce nella limitrofa Mjøndalen per rinforzare il neopromosso club locale, impelagato nelle serie inferiori benché possa ostentare una discreta tradizione passata, frutto di una bacheca impreziosita da tre coppe nazionali (1933 – 1934 – 1937) ed una serie di fugaci comparse nelle competizioni europee (una vittoria e cinque sconfitte il bilancio storico, per un poco lusinghiero 3-29 di aggregate nelle sei partite contro Cardiff City, Bayern Monaco e Werder Brema disputate nell’arco temporale che intercorse tra il 1969 ed il 1987).


È il 25 aprile 2010, quarta giornata dell’Adeccoligaen 2010 (seconda divisione nazionale), una data da circoletto rosso nel calendario personale: l’esperto centrocampista titolare Pål Christian Alsaker è costretto a scontare una squalifica per l’espulsione rimediata col Fredrikstad (al sessantaduesimo minuto di un 3-3 pirotecnico) nel turno precedente, sicché sul prato spelacchiato del rustico Nedre Eiker Stadion si scorge un’inconsueta sagoma dai capelli fulvi e con la maglia numero 16 ad agghindarne la snella corporatura, al fianco del generoso mediano scuola-Hønefoss Christian Smerud. Eh sì, perché Rønning Ovenstad nasce tatticamente come incursore centrale della seconda linea, interno dinamico con licenza d’offendere in un 4-4-2 sui generis, alla bisogna mezz’ala di sfondamento duttile e fantasiosa, sui lati di un fulcro bloccato in uno spartito improntato sul 4-3-3, per quanto sufficientemente disciplinata in situazioni di non possesso; è cosi che il coach-player Vegard Hansen preferisce impiegarlo all’inizio, centellinandone con equilibrio l’innesto in Prima Squadra. Archiviato l’esordio con un brutto risultato (1-3 di un Moss corsaro, noncurante dell’illusorio graffio dagli undici metri di Abdurahim Laajab), il carniere del misconosciuto baby-debuttante si arricchisce nei mesi successivi di ulteriori sei apparizioni sul rettangolo verde, spesso da subentrante, mentre i Brun/Hvit concludono il loro cammino al decimo posto della graduatoria finale, salvandosi con qualche affanno dalla retrocessione in 2. Divisjon, in virtù della non abituale vena realizzativa di Eirik Midtgarden.

La vera svolta per Martin si rivelerà essere la stagione successiva, in cui il mister (ritiratosi, nel frattempo, dall’attività agonistica) si convince nel sperimentarne le peculiarità schierandolo in posizione più defilata, sull’out mancino di un centrocampo a quattro o, più raramente, da esterno sullo stesso lato di un tridente d’attacco. Le risposte non tardano ad arrivare, oltrepassando addirittura ogni più rosea previsione: dopo aver optato per la maglia numero 11, Rønning Ovenstad si impossessa con sublime incoscienza della fascia sinistra del Mjøndalen IF, imperversando con fughe veloci e serpentine, corredate da finte e vezzosi ma quasi mai gratuiti doppi passi ai danni degli avversari, incaricandosi vieppiù di battere spesso e volentieri i calci piazzati a favore col suo morbido destro a giro, una necessaria alternativa al mancino calibrato di Joachim Olsen. Il suo scorrazzare sulla prediletta banda di competenza lo porta sovente ad accentrarsi alla ricerca dell’uno-due con i compagni o di una conclusione vincente dal limite dell’area di rigore, ma ciò non ne pregiudica affatto la predisposizione a mettersi al servizio del collettivo. Ragionando in tal senso, e pur pigiando con forza sul pedale della prudenza per evitare paragoni inutilmente azzardati, in futuro si potrebbe avviare il suo sviluppo tattico da mezz’ala completa alla stregua della leggenda nazionale Øyvind Leonhardsen, fatta la doverosa tara di una minore poliedricità ed intelligenza posizionale di base.

Nel 2011, dunque, l’estroso laterale conquista i favori dei tifosi e soprattutto i galloni di pedina imprescindibile, ispirando la rimonta casalinga nel secondo impegno ufficiale contro il Nybergsund-Trysil (5-2) e corroborando con gli assist per Olsen e Bjarne K. Ingebretsen il 4-2 al Sandefjord due settimane più tardi (25 aprile, giorno evidentemente a lui caro). Saranno appunto i passaggi smarcanti (otto complessivi) inanellati lungo il corso delle 29 presenze in 1. Divisjon a rappresentare la cartina di tornasole di un rendimento da applausi, esibizioni in cui il movimento a rientrare sul piede forte per crossare col goniometro e rifornire gli attaccanti diviene un autentico marchio di fabbrica degli schemi mandati a memoria in allenamento. Non a caso il centravanti-boa di origini montenegrine Petar Rnkovic, beneficiario principe dei traversoni di Martin, raggiunge per la prima volta in carriera il traguardo della doppia cifra nella categoria, smentendo ogni scetticismo sul proprio conto. Come se non bastasse, l’intraprendenza del giovane neo-beniamino autoctono viene premiata da due reti da opportunista messe a segno ai danni di Sandnes Ulf (2-1, 16 maggio: sfrutta un’incomprensione tra il portiere Thomas Haugland e l'attempato svedese-colombiano Edier Frejd, vittime involontarie di un comico scontro alla ricerca della sfera, per depositare nella porta sguarnita) e Hønefoss (2-2, 19 giugno: lancio dalla destra di Kristian Høvring e zuccata a schiacciare in controtempo che s’insacca sul palo vicino, con la complicità dell’estremo difensore Steven Thomas Clark), per ironia della sorte le compagini che a fine stagione saranno promosse in Tippeligaen. La casella raggiunta in classifica dal Mjøndalen sarà ancora una volta la decima, ma il più giovane nome a far capolino nella formazione-tipo del campionato è proprio il suo:

TOP 11 ADECCOLIGÆN
(modulo 4-4-2)

Lars Cramer (1991 – Asker FH, in prestito dal Strømsgodset)

Ruben Kenneth Brandal (1990 – IL Hødd)
Steffen Moltu (1986 – IL Hødd)
Per Verner Rønning (1983 – Bodø/Glimt, finito in agosto al Rosenborg)
Kristian Brix (1990 – Sandefjord)

Ebrima Sohna (Gambia, 1988 – Sandefjord)
Emil Dahle (1990 – HamKam)
Kazeem Ahmed (Nigeria, 1989 – IL Hødd)
Martin Rønning Ovenstad (1994 – Mjøndalen IF)

Vegard Braaten (1987 – Alta IF)
Kevin Bosse Elie Beugre (Costa d'Avorio, 1992 – Hønefoss)


Elemento cardine delle selezioni giovanili nazionali, Rønning Ovenstad è balzato agli onori delle cronache da capocannoniere ex-aequo con il franco-egiziano Abdallah Yaisien durante l’Elite Round valevole per gli Europei Under 17 – Serbia 2011, allorquando la Norvegia è stata costretta ad inchinarsi alla dura legge della differenza-reti nel Gruppo 6 avuto luogo in terra transalpina. Seppellita la Bielorussia con un sonoro 5-1 nella Val de Chézine, Saint Herblain (25 marzo: tripletta per Martin, realizzata tra il 36’ ed il 56’), gli sfortunati giocatori selezionati dal CT Øivind Nilsen hanno imposto il pareggio ai padroni di casa (2-2) e piegato in scioltezza la Georgia (29 marzo, 4-0: doppietta di Sharesh Ahmadi ed Ovenstad, in condizione psico-fisica straripante) nello scenario dello Stade Marcel Saupin di Nantes, ma tutto ciò non è bastato per ottenere il pass in vista della Fase Finale. Promosso con merito nell’Under 19 da Knut Thorbjørn Eggen, la neo-speranza dello Strømsgodset concentrerà i propri sforzi per vendicarsi sportivamente dei Blues tra il 25 ed il 30 maggio 2012, in una settimana in cui i Norges dovranno mostrarsi all’altezza di un girone di ferro nella Fase Elite completato da Francia, Olanda e Repubblica Ceca, vice-campione in carica e Paese ospitante dell’evento.

Marco Oliva

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